Durante l’emergenza Covid-19 i Cantieri del Festival
hanno proposto una azione condivisa e partecipata
per dare interpretazione di questi tempi
tramite il lavoro comunitario di artisti e intellettuali.
Ogni anno ad aprile eravamo soliti proporre dei cantieri propedeutici all'edizione del Festival che si sarebbe tenuta a settembre. A causa dell'emergenza COVID-19 ci è stato impossibile gestire questa cosa in presenza del pubblico e abbiamo deciso di sperimentare una nuova formula.
I cantieri si sono tenuti online, attraverso contributi disparati di artisti e pensatori, con tutto il preziosissimo aiuto di tanti artisti, fotografi, intellettuali che nel tempo hanno collaborato con noi e che ora decidono di mettere a disposizione le loro opere, maturate negli imponderabili silenzi del lungo periodo di quarantena
Abbiamo così sperimentato una modalità del tutto inedita di avvicinamento del pubblico modalità che ha generato anche una ulteriore riflessione su un aspetto dell’arte contemporanea che forse fino ad oggi avevamo trascurato: la sua attualità, l’impressionante legame che essa può instaurare con il tempo presente
Luca Piovaccari
Abbiamo accolto la sfida del Lockdown, di questo tempo extra-ordinario, che ci ha costretto a fare i conti in maniera intensiva con la realtà.
Ci siamo accorti che in questa operazione espositiva si dava una continua oscillazione tra lo spazio fisico e lo spazio “mediale”, quel luogo non luogo che sono i media. Nello spazio fisico avviene l’elaborazione dell’opera, e non potrebbe essere altrimenti. Nello spazio mediale questa stessa opera incontra la sua visibilità, la sua esposizione – seppur, appunto, filtrata da uno schermo. È come trovarsi contemporaneamente in un dentro e in un fuori.
I progetti presentati dagli artisti incarnano alla perfezione il concetto di “work in progress”, perché in essi la dimensione temporale, della narrazione quotidiana, è dominante.
Marcello Galvani
Accanto ai diari della quarantena la proposta di interventi teorici che ipotizzano una possibile contiguità fra la dimensione virale e la dimensione artistica.
Il nesso è discorsivo: da quando siamo stati costretti a confrontarci con il coronavirus nel nostro vocabolario si sono imposte delle parole, le nostre argomentazioni sono necessariamente mutate.
La mutazione cui stiamo andando incontro non è solamente economica, storica e sociale, ma anche linguistica. Ecco, molti di questi aspetti linguistici che si stanno profilando sono già da tempo connaturati nel lessico delle arti contemporanee, le videoconferenze sono una occasione per fare il punto su questo aspetto.
Valentina D'Accardi
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Cantieri Cristallino
aprile - maggio 2020
ART AS A VIRUS
artisti e fotografi
Luca Piovaccari
Michele Buda
Adriano Zanni
Valentina D'Accardi
Cristiano Buffa
Alessandra Dragoni
Cabeki
Houdini Righini
ToffoloMuzik
Marco Pandolfini Keeno
Massimo Asioli
Olimpia Lalli
Samuele Canestrari
Carlo Cavina
Marcello Galvani
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